Fibre cellulosiche
Rayon viscosa.
E’, tra le fibre artificiali, quella di più largo uso; viene prodotta da linters di cotone o pasta di legno per dissoluzione della cellulosa.
Questa soluzione, denominata "viscosa", viene fatta passare (estrusione) attraverso una piastra forata (filiera) e le bavelle che fuoriescono coagulano in un bagno di acido solforico formando dei fili di lunghezza indefinita composti da cellulosa pura; questi filamenti possiedono le medesime proprietà chimiche della cellulosa.
I fili di cellulosa rigenerata, dopo essere stati sottoposti ad una serie di trattamenti quali lavaggio, candeggio, essiccamento, torcitura ecc. ed essere stati avvolti in bobine o matasse, sono pronti per la tessitura. Oltre che in fili, il rayon viscosa può essere prodotto anche in fiocco (massa di filamenti di lunghezza paragonabile a quella delle fibre naturali).
Questa fibra ha un aspetto brillante e può essere opacizzata con aggiunta di biossido di titanio; le sue caratteristiche principali sono:
•Elevata igroscopicità. Tendenza ad assorbire l'umidità superiore a quella del cotone; questa caratteristica costituisce uno dei maggiori inconvenienti della fibra che, ad elevati tassi di umidità ambientale, può subire deformazione;
•Scarsa elasticità;
•Scarsa resistenza agli acidi, alla luce ed ai microrganismi;
•Buona resistenza alle tarme, al ferro da stiro, ai solventi organici ed al candeggio.
Il rayon viscosa in fili è adoperato per biancheria intima, camiceria, foderami, ecc.; in fiocco è utilizzato da solo o in mischia con lana, cotone e poliestere in tessuti per abbigliamento.
Oltre al Rayon viscosa con procedimenti simili si produce anche il Rayon cuproammoniacale, dall'aspetto simile alla seta, e il Rayon all'acetato che assomiglia alla lana.
Fibre proteiniche
La più nota delle fibre artificiali proteiniche è quella che si prepara dalla caseina del latte e prende la denominazione di Lanital, se prodotta con brevetto italiano.
Lanital.
Fibra proteinica tratta dalla caseina, la proteina del latte, scoperta nel 1935, dall'italiano Ferretti. Era l'anno delle sanzioni e dell'autarchia che propagandava l'autosufficienza dell'Italia. Prodotta dalla Snia Viscosa, nel '37, sostituì parzialmente la lana, raggiungendo le 1200 tonnellate.
La tecnica di produzione della fibra è analoga a quella del rayion e prevede la solubilizzazione della caseina del latte in soda caustica, la trafilatura della soluzione e la coagulazione del filo in soluzione acida.
Questa fibra ha caratteristiche e struttura molecolare simili a quelle della lana tuttavia viene impiegata soltanto in mischia con altre fibre naturali, artificiali o sintetiche, ha convincenti risultati di calore, morbidezza, mano ed e' poco attaccabile dalle tarme.
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