FIBRE TESSILI ANIMALI

Le fibre tessili animali sono di due tipi:

•fibre prodotte con i peli ricavati dal vello di alcuni mammiferi: la lana

•filamenti prodotti da alcuni animali : la seta

Le fibre animali, costituite dai peli ricavati dal vello di alcuni mammiferi (pecora, cammello, capra, ecc.) o da lunghi filamenti prodotti dalla secrezione ghiandolare di particolari insetti (es. baco da seta), sono composte da proteine. Le principali fibre animali sono:

Lana: costituita dai peli dei velli di pecora, capra, alpaca, vigogna, lama, cammello, coniglio. Esse e' composta essenzialmente dalla proteina detta cheratina.

Seta: formata dai filamenti prodotti da alcuni animali serigeni, come alcuni tipi di insetti, da cui si ricava la seta o la tussah, e di molluschi, con cui si ottiene il bisso. Essa e' composta prevalentemente dalla proteina detta fibroina e, in misura minore, dalla proteina detta sericina.

LANA

Le fibre della lana si ricavano dal vello di ovini, caprini e camelidi. La proteina che costituisce questa fibra è chiamata cheratina.

Il termine Lana, usato senza ulteriore specificazione, si riferisce soltanto al pelo di diverse razze della "Ovis aries" o Pecora domestica.

Le lane sono tanto più pregiate quanto più le fibre risultano sottili e lunghe come quelle ricavate dalla razza Merinos che fornisce quindi il prodotto di qualità migliore. Oltre ai parametri che abbiamo appena analizzato, per definire il valore commerciale delle lane, bisogna tenere conto anche di altri fattori, quali ad esempio: il colore (il bianco è più pregiato), la lucentezza (fa eccezione la Merinos che pur essendo opaca è pregiatissima) e l’omogeneità di spessore.

Le principali caratteristiche fisiche delle fibre di lana sono:

Potere coibente. La lana ha una bassa conduttività termica ed agisce quindi come un buon isolante in quanto trattiene un notevole volume di aria (60 – 70 %). Per questo motivo gli indumenti di lana hanno la capacità di mantenere il corpo ad una temperatura quasi costante;

Igroscopicità. E’ la capacità di assorbire notevoli quantità di acqua (in ambiente saturo di umidità la lana assorbe acqua sino al 30% del suo peso).

Scarsa infiammabilità. Ad esclusione dell'amianto (fibra minerale) la lana è la fibra meno infiammabile che esista in natura; essa a contatto col fuoco si carbonizza lentamente;

Elasticità e tenacità. La lana è una fibra dotata di elevata elasticità (le qualità fini subiscono un allungamento del 20 – 35 %, le qualità ordinarie del 30 – 50 % della loro lunghezza) e di scarsa tenacità (per esempio le merinos fini hanno un carico rottura di circa 7 grammi);

•Feltrabilità. Le fibre di lana, per la loro particolare superficie a scaglie, in seguito a ripetuti lavaggi o per azione di calore, umidità, mezzi acidi, alcalini, pressione, ecc. tendono a saldarsi e compenetrarsi dando luogo al fenomeno dell'infeltrimento che è una caratteristica negativa per la maglieria ed i tessuti ma positiva per la fabbricazione dei feltri. Per limitare questo inconveniente si ricorre a trattamenti antifeltranti a base di particolari agenti chimici (ipoclorito, permanganato, poliuretano).

pecora pecora merinos
Peli fini

Come abbiamo già visto, con il termine peli fini sono denominate le fibre ricavate dal vello di alcune razze di capre e di cammelli. I principali tipi di peli fini sono:

Il Mohair o pelo di Capra d'Angora (regione della Turchia) può essere collocato al terzo posto, in ordine di importanza, tra le fibre animali, dopo lana e seta. Ha caratteristiche simili alla lana, con fibre abbastanza lunghe, fini e con maggiore tenacità, minore allungamento e minore tendenza all'infeltrimento.

La lana Cashmere si ricava dalla capra omonima diffusa in Tibet, Cina, Mongolia, India, Iran ed Afganistan. Possiede una finezza (diametro della fibra) di 11 ~ 18 micron ed una lunghezza di circa 90 mm. è molto pregiata per la sua sofficità e brillantezza, per contro ha una tenacità inferiore alla lana di pecora, ha un più alto tasso di igroscopicità ed è più sensibile agli agenti chimici e particolarmente agli alcali. E’ utilizzata per la confezione di capi di lusso.

Pelo di Alpaca. Comunemente detto "Alpaca", si ricava dal vello di un camelide chiamato Lama, che è il più importante della famiglia dei camelidi, in relazione alla fibra che se ne ricava. Tali fibre hanno un diametro di 16 - 40 micron, una lunghezza di 20-30 mm, e si usano per fabbricare tessuti misti di cotone e lana adatti soprattutto per le giacche. Questa fibra da sola, proprio per la sua lunghezza, si utilizza per tessuti ad imitazione della pelliccia; in mischia con lana (generalmente 80% lana-20% alpaca) viene impiegata per la fabbricazione di tessuti tipo loden.
Pelo di Cammello. Il pelo di cammello si ottiene prevalentemente dal cammello bactriano che vive nel continente asiatico. Se ne ricava un pelo di colore fulvo che viene generalmente utilizzato al naturale, cioè senza applicare alcuna tintura. Il pelo lanoso è una fibra molto pregiata con una lunghezza che va da 20 a 120 mm e diametro da 5 a 40 micron. Questo pelo possiede una tenacità superiore a quella della lana con uguale ripresa di umidità ed un allungamento del 40%; viene impiegato per vestiario e coperte.

Pelo di Vigogna. Questa fibra si ricava da un camelide chiamato Lama Vicuna o vicugna, si presenta di colore giallo rossiccio ed è molto fine (diametro 13-15 micron) lucente e morbida con resistenza simile a quella della lana; il suo pregio è notevole ma la sua produzione, già esigua, è destinata a calare per la netta diminuzione del numero di questi animali.

Pelo di Lama. Si ottiene dalla tosatura delle femmine della specie Auchenia Lama; le fibre sono lievemente ruvide, di colore rosso bruno o bianco, di lunghezza tra i 70 ed i 250 mm e diametro medio di 27 micron.

L'angora è un tipo di lana pregiata prodotta con il pelo del coniglio d'angora. Questo coniglio, di corporatura grossa, è di colore bianco e coperto da un pelo lungo e morbido. Il coniglio d'angora è originario della Turchia e si diffuse in Europa nel XVIII secolo; oggi il maggior produttore di lana d'angora è la Cina. Non si deve confondere con la lana prodotta dalla capra d'Angora che si chiama mohair.
La seta è stata sempre considerata la fibra preziosa per eccellenza. Le sue origini si fanno risalire ad almeno cinquemila anni fa.

Originaria del lontano Oriente, si dice che sia stata importata in Italia all'inizio dell'era cristiana da monaci che trafugarono il "seme-bachi". E però nel XII e XIII secolo che inizia l'allevamento e la lavorazione della seta che raggiungerà il suo apice nel'500 e '600 in Toscana, Emilia, Veneto, Lombardia e Liguria. Sotto l'amministrazione austriaca, l'industria della seta si sviluppò in lutto il Lombardo - Veneto e Como diventò la indiscussa capitale della seta sia per la coltura che per la fabbricazione.

Ai nostri giorni, anche per una questione di costi, la produzione in Italia è praticamente cessata, non però la lavorazione che pone l'Italia all'avanguardia, se non per la quantità, per la qualità dei suoi prodotti.

Maggiore produttrice di bozzoli è la Cina con 200.000 tonnellate annue, seguita dal Giappone, India, Corea e Brasile.

La fibra di seta è un filamento prodotto dalle larve (baco da seta) di alcuni lepidotteri (insetti) del genere Bombice tra i quali il più importante è il Bombice del gelso (Bombyx mori) o filugello. Questo insetto nasce da uova del diametro di circa un millimetro (1.600 uova pesano 1 grammo); è voracissimo e si nutre di foglie di gelso crescendo rapidamente fino a raggiungere la lunghezza di 9 cm ed il diametro di 1 cm. Durante tale sviluppo cambia la pelle, divenuta troppo tesa, per quattro volte, addormentandosi ad ogni muta. Raggiunta la maturazione, cessa di nutrirsi; si sceglie un rifugio fra i ramoscelli (sale al bosco) ed incomincia ad emettere, da 2 ghiandole (seritteri) poste ai lati della bocca 2 bavelle di fibroina (sostanza proteica) che si uniscono subito in virtù di una sostanza gommosa, la sericina e, muovendo opportunamente la testa attorno al suo corpo, dispone la bava in modo da restarne prigioniero. Questa specie di gomitolo, formato da un filo lungo da 800 a 1.200 metri, si dice "bozzolo". Realizzato tale involucro, il baco si rimpicciolisce e sviluppa le ali, trasformandosi in crisalide.

Alla fine di tale metamorfosi la crisalide si sveglia, in forma di farfalla, che tende a bucare il bozzolo per uscirne e deporre a sua volta le uova. Prima che questo avvenga, si sopprime la crisalide portando il bozzolo in una stufa alla temperatura di 35 °C (stufatura). Successivamente i bozzoli vengono sottoposti ad una serie di trattamenti mediante i quali si ottiene un solo filato denominato "seta tratta".

A tal fine i bozzoli vengono immersi in bacinelle con acqua calda (50 – 90 °C) per provocare il rammollimento della sericina; nelle stesse bacinelle i bozzoli vengono sottoposti ad uno sbattimento (scopinatura) con spazzole rotanti per ricercarne il capo filo.

larva di Bombix mori bozzolo di Bombix mori farfalla adulta di Bombix mori
ciclo vitale del baco da seta

tratto da : http://www.lammatest.rete.toscana.it